lunedì 30 gennaio 2017

Un libro ricorda il principe Antonello Ruffo di Calabria...


Le idee visionarie e ambientaliste del principe Antonello Ruffo di Calabria hanno rivissuto momenti di grande commozione lo scorso 23 gennaio a Roma  in occasione della presentazione - organizzata dai Piemontesi a Roma e dallo Studio Scopelliti-Ugolini - della sua biografia:  "il principe che spostava le colline" di Giusy Colmo Castelvecchi editore. 

La storica dell'arte Carla Benocci ha ripercorso i momenti cruciali, le luci e le ombre, dell'esistenza avventurosa, complicata e straordinaria, ricca di slanci e sfide  di  questo eccentrico principe, fratello maggiore di Paola di Liegi, regina dei Belgi. Un uomo capace di disegnare i paesaggi con la propria fantasia, di circondarsi di arte  e cultura come un mecenate d'altri tempi. In piena espansione industriale, nel 1974, crea dal  nulla nella sua tenuta  la Selva di Paliano alle porte di Roma, il primo parco ornitologico italiano che sarà frequentato da  milioni di visitatori. 

"Ci ha lasciato una grande eredità - ha sottolineato Fulco Pratesi presidente onorario del WWF italia e autore della prefazione al libro - la Selva di Paliano, un polmone verde  che dobbiamo custodire e rilanciare. Sono orgoglioso di averlo aiutato nella sua lunga ed estenuante battaglia - purtroppo persa - contro i cacciatori". 

L'autrice ha infine ripercorso  l'incontro del tutto casuale con il principe Ruffo da cui è nata l'idea del libro: "ha consegnato la sua storia di vita ad una sconosciuta; raccontare il suo vissuto è stata un'esperienza intensa e unica. Una sfida enorme che mi ha permesso di consegnare agli altri sulle pagine di un libro memoria e ricordi di un'esistenza veramente straordinaria". 

La presentazione è stata moderata dalla giornalista di radio Rai Alessandra Rauti.

Evento a Milano


Comunicazioni ufficiali.

 
COMUNICAZIONI UFFICIALI
 
 
Il presidente ed il direttivo pro tempore della associazione culturale Aristocrazia Europea prendono atto delle dimissioni di Vincenzo Grande dalla carica di segretario generale, accogliendone le motivazioni strettamente personali e ringraziandolo per il lavoro svolto in questi mesi.
 
Aristocrazia Europea è in costante crescita, con oltre trecento associati, in tutta Italia (e non solo) e presto si dovrà dotare di una stabile struttura organizzativa, gerarchica, funzionale e territoriale. Sono gradite le disponibilità, i contributi e le candidature di tutti gli associati: dame e cavalieri, nobili e gentiluomini.
 
Per quanto riguarda le vicende dello SMOM, accogliendo il richiamo del nostro presidente onorario, principe Sforza Ruspoli di Cerveteri, invitiamo tutti gli associati alla preghiera per l'ordine cavalleresco e la tradizione cattolica, e, contemporaneamente, al rispetto dei ruoli, della gerarchia e della necessaria prudenza.
 
Si ricorda a tutti che Aristocrazia Europea non è un gruppo politico e nemmeno un circolo per solo titolati ma una associazione prettamente culturale, legalmente costituita ed uffiicialmente riconosciuta, aperta a tutti coloro, nobili e non, che si riconoscono nei valori della tradizione e della cavalleria cristiana, del patriziato e della monarchia, e che si interessano alla storia, alla genealogia ed all'araldica.
 
www.aristocrazia.eu - tradizioneuropea@gmail.com

domenica 22 gennaio 2017

Evento di Aristocrazia Europea a Milano.




Grande successo, di partecipazione e mediatico, per la prima cena sociale di Aristocrazia Europea a Milano. L'informale evento si è svolto, sabato scorso, presso la trattoria milanese Il Generale, in Via Fara, in zona Stazione Centrale. Una simpatica e interessante serata, all'insegna della semplicità e dell'amicizia, della sobrietà e dell'eleganza, di una comunità che si riconosce nei valori tradizionali della nostra civilta europea e cristiana, in una visione spirituale della vita, nei concetti filosofico di cavalleria ed etimologico di aristocrazia, ovvero di governo dei migliori. 

"Non siamo un gruppo politico e nemmeno un circolo per titolati, ma una associazione culturale che si occupa di storia, arte, antiche dimore, ordini cavallereschi, patriziato, genealogia ed araldica. Siamo aperti a tutti coloro (nobili, dame, cavalieri e gentiluomini) che sono interessati a questi argomenti e che condividono i nostri principi e la nostra visione del mondo" ha precisato l'impeccabile cavaliere Vincenzo Grande, segretario generale di Aristocrazia Europea. 

Ospiti d'onore della serata sono stati la contessa Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo che ha sottolineato l'importanza della buona educazione, dell'arte e della riscoperta, attraverso i pellegrinaggi religiosi, del senso vero della vita; ed il barone Ivan Drogo Inglese di San Giacomo del Pantano che, dopo avere portato i saluti ufficiali di Sua Altezza Reale il principe Emanuele Filiberto di Savoia, ha illustrato gli scopi ed i progetti di Assocastelli, di cui è presidente.

Fra il centinaio di convenuti, segnaliamo la presenza della contessa Katia Melzi d'Eril dei duchi di Lodi e conti di Magenta (giornalista ed esperta di comunicazione), della nobildonna Lali Panchulidze (presidente della associazione culturale Italia-Georgia e rappresentante della Casa Reale Bagrationi) della nobildonna milanese architetto Francesca Tinelli di Gorla, della dama ingegniere Giada Arioli (membro della consulta dei senatori del regno); del marchese Piergianni Prosperini di San Pietro; dei conti Paolo Borromeo d'Adda, Enzo Modulo Morosini di Risicalla e Sant'Anna, Massimo Paltrinieri di Carpi, Alessandro Romei Longhena e Franco Tardivo di Resairage; dei baroni Giulio Cesare Ferrari Ardicini e Roberto Jonghi Lavarini (con le rispettive baronesse Barbara e Veronica), dei nobili avvocato Gianpaolo Berni Ferretti (dei conti di Castel Ferretto, consigliere del comune di Milano) e maestro Mario Dalla Torre (dei conti del Tempio di Sanguinetto, scrittore e pittore); del cavaliere di gran croce Saverio Grancagnolo (dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro).

Ai presenti sono giunti i saluti di monsignor Luigi Casolini di Sersale, della principessa Francesca Lovatelli Colombo Caetani, del principe Sforza Ruspoli di Cerveteri, del conte Ezra Foscari Widmann Rezzonico e del conte prof. Sergio Sergiacomi degli Aicardi, impossibilitati, per motivi diversi, a presenziare all'evento.

La fraterna riunione è stata allietata da una cena autenticamente nazional-popolare (a base di polenta e zola, riso, stufato e barbera) e da un positivo clima di condivisione, amicizia e sinergie. Durante la serata sono passati diversi giornalisti, sia della carte stampata che delle televisione: rimasti però delusi quelli venuti solo per sfottere, provocare e fare chissà quale eccezionale scoperta. 

Corretto, come sempre, invece, il primo giornale online d'Italia, Affari Italiani
http://www.affaritaliani.it/milano/milano-tutto-pronto-per-la-cena-dei-nobili-aristocrazia-europea-459045.html







mercoledì 18 gennaio 2017

Rassegna Stampa: Aristocrazia Europea su Affari Italiani.

Milano, tutto pronto per la "cena dei nobili" organizzata da Aristocrazia Europea
Un centinaio di nobili si ritroveranno, sabato prossimo, in una trattoria milanese, per una cena riunione nazional-popolare, a base di stufato e polenta, per discutere di tradizioni e futuro. A promuovere la serata l’associazione culturale Aristocrazia Europea che ha come finalità lo studio e la tutela del patrimonio storico, genealogico e araldico delle famiglie nobili europee ma, anche la riscoperta e l’attualizzazione dei valori di cavalleria cristiana, patriziato ed aristocrazia nel senso di selezione della classe dirigente (anche politica) secondo criteri di meritocrazia, di autentico e disinteressato impegno sociale e patriottico, per la propria comunità e per il proprio territorio di appartenenza. A chiamare l’adunata è stato il presidente conte Ezra Annibale Foscari Widemann Rezzonico (discendente dai Dogi di Venezia), ospiti d’onore saranno la contessa Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo dei marchesi Pasqualino di Marineo (presidente della fondazione culturale dedicata al fratello Piero e mamma della povera Pippa Bacca, la giovane artista uccisa qualche anno fa in Turchia) ed il barone transilvano-siculo-montenegrino Ivan Drogo Inglese di San Giacomo del Pantano (presidente della associazione Assocastelli e promotore di un progetto nazionale di valorizzazione culturale, turistica ed economica delle dimore storiche italiane, di cui è testimonial Sua Altezza Reale il principe Emanuele Filiberto di Savoia, principe di Venezia ). Fra i presenti ci saranno sicuramente: la giornalista e pr contessa Francesca Lovatelli Colombo Caetani dei principi di Teano e duchi di Sermoneta, la giornalista e scrittrice contessa Katia Melzi d’Eril dei duchi di Lodi e conti di Magenta, il marchese Piergianni Prosperini di San Pietro (abbandonata la politica attiva in regione Lombardia…), il conte Enzo Modulo Morosini di Risicalla e Sant’Anna (uno dei massimi esperti di araldica in Italia), il conte Franco Tardivo di Ressairage, i baroni Giulio Cesare e Barbara Ferrari Ardicini (editori e produttori di vino nel Chianti), i baroni Roberto e Veronica Jonghi Lavarini von Urnavas (lui più noto come il “barone nero”), il nobile Gianpaolo Berni Ferretti dei conti di Castel Ferretto (avvocato ed esponente emergente di Forza Italia), il nobile Mario Dalla Torre dei conti del Tempio di Sanguinetto (pittore, scrittore, pranoterapeuta e guaritore), la nobildonna caucasica Lali Panchulidze (rappresentante della Casa Reale Bagrationi di Georgia e presidente della associazione culturale Italia-Georgia), la nobildonna milanese architetto Francesca Tinelli di Gorla e tanti altri, ma non solo nobili, anche borghesissimi imprenditori e professionisti, interessati a questi valori ed argomenti
 

Aristocrazia Europea con Assocastelli



lunedì 9 gennaio 2017

Incontro conviviale a Milano


Il Presidente pro tempore
N.H. Conte Ezra Annibale Foscari Widmann Rezzonico

Invita la SV

Sabato 21 gennaio 2017 – Ore 20.30
Ristorante Il Generale, Via Fara 17
Milano (zona Stazione Centrale)

Al primo incontro conviviale della
Associazione Culturale Aristocrazia Europea
www.aristocrazia.eu

Ospiti della serata, i nostro consoci:
Contessa Donna Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo
Barone Ivan Drogo Inglese di San Giacomo del Pantano

Quota di adesione 25,00€ - Prenotazione obbligatoria
Posti limitati con precedenza agli associati.

tradizioneuropea@gmail.com – 346.7893810

mercoledì 4 gennaio 2017

La Santa Sede e gli Ordini Cavallereschi: doverosi chiarimenti


di Fabio Adernò, canonista

CITTA’ DEL VATICANO,

In data 16 ottobre 2012 la Segreteria di Stato di Sua Santità ha emesso un documento dal titolo: “Precisazione sugli Ordini Equestri”, nel quale si riafferma il principio secondo il quale la Santa Sede, oltre ai propri Ordini Equestri, riconosce e tutela solo il Sovrano Militare Ordine di Malta e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Resa pubblica in Nostre Informazioni dell’Osservatore Romano del 17 ottobre, la nota verrà prossimamente pubblicata negli Acta Apostolicae Sedis.
Al di là del contenuto di immediata comprensione, abbastanza cristallino anche agli occhi di quanti non sono molto esperti dell’argomento, tale precisazione della Segreteria di Stato urge, tuttavia, di una spiegazione particolareggiata e specifica circa il contenuto subliminare, vale a dire sui restanti Ordini (o pseudo-tali) che nella predetta nota non sono contemplati.
Il presente contributo non vuole dunque essere uno studio scientifico di diritto araldico, ma solo una ulteriore puntualizzazione.
La nota della Segreteria di Stato ribadisce quanto già pubblicato sull’Osservatore Romano il 4 luglio 2002, e soprattutto il dettagliato elenco di Ordini NON riconosciuti dalla Santa Sede pubblicato sull’Osservatore Romano del 21 marzo 1952 (ripreso poi dalla Rivista Araldica[1952],  pp. 182-183).
Ecco il testo della nota:
«La Segreteria di Stato, a seguito di frequenti richieste di informazioni in merito all’atteggiamento della Santa Sede nei confronti degli Ordini Equestri dedicati a Santi o aventi intitolazioni sacre, ritiene opportuno ribadire quanto già pubblicato in passato: Oltre ai propri Ordini Equestri (Ordine Supremo del Cristo, Ordine dello Speron d’Oro, Ordine Piano, Ordine di San Gregorio Magno e Ordine di San Silvestro Papa), la Santa Sede riconosce e tutela soltanto il Sovrano Militare Ordine di Malta – ovvero Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta – e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, e non intende innovare in merito.
Tutti gli altri Ordini – di nuova istituzione o fatti derivare da quelli medievali – non sono riconosciuti dalla Santa Sede, non potendosi questa far garante della loro legittimità storica e giuridica, delle loro finalità e dei loro sistemi organizzativi. […]».
In quest’ultimo capoverso la locuzione “tutti gli altri Ordini” ha un valore ben preciso.
Va infatti specificato che né in quest’ultimo intervento né nei precedenti la Santa Sede fa menzione di quegli ordini cosiddetti Dinastici o Familiari, così come non contempla nel detto riconoscimento, ovviamente, tutti quegli ordini cavallereschi nazionali dei vari Stati sovrani.
La nota si riferisce solo ai gruppi di “nuova istituzione o fatti derivare da quelli medievali”.
La ragione di un simile provvedimento è data, infatti, dalla prassi sempre più diffusa di dar vita a gruppi che si autodefiniscono “ordini” e che, millantando continuità storiche con antiche tradizioni cavalleresche ed i carismi specifici di aviti Ordini soppressi o estinti, spacciano i loro titoli come validi e prestigiosi, chiedendo e ottenendo, sovente, di celebrare le loro adunate in chiese e cappelle, a partire delle cosiddette cerimonie di investitura.
La Santa Sede, dunque, interviene per chiarire chi sia titolare di un diritto ad un trattamento di attenzione (ecco il significato della locuzione “riconosce e tutela”) e chi no, onde evitare commistioni sgradite e inopportune tra quelle degnissime istituzioni ed altri sodalizi che altro non sono che “pergamenifici” e congreghe di quelli che volgarmente si chiamano “pataccari”.
Tuttavia la nota della Segreteria di Stato, non fa menzione degli Ordini cosiddetti Dinastici o Familiari.
Come si classificano gli Ordini cavallereschi?
Una prima suddivisione degli Ordini Equestri risale al XVI sec., quando Sansovino, nella sua opera “Dell’origine dei Cavalieri” (1566), distingue i cavalieri in tre categorie: “Cavalieri di Croce” (e dunque gli Ordini “crocesignati”, quali appunto l’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme poi ‘di Malta’, l’Ordine Teutonico, l’Ordine del Tempio di Gerusalemme, soppresso nel 1314), “Cavalieri di Collana” (gli Ordini dinastici creati dalle più insigni Case Regnanti d’Europa, come l’Ordine Supremo della Ss.ma Annunziata, della Giarrettiera, di San Michele dell’Ala, del Toson d’Oro) e “Cavalieri di Sperone” (cioè gli investiti dai Pontefici e dai Sovrani, o, successivamente, da feudatari e cavalieri anziani).
Nel tempo tale suddivisione non fu più sufficiente e le scienze araldiche distinsero gli Ordini in: ereditari, militari, onorari e religiosi.
Attualmente, secondo il diritto araldico, gli Ordini si distinguono in:
– Ordini statuali (detti anche “di Merito”), vale a dire quegli Ordini che formano il patrimonio araldico di uno Stato nazionale, nati con lo scopo precipuo di premiare benemerenze civili e militari dei cittadini, e giuridicamente si fondano sulla sovranità dello Stato che li istituisce (per l’Italia: l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, l’Ordine al Merito del Lavoro, l’Ordine Militare di Vittorio Veneto, l’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana, l’Ordine Militare d’Italia);
– Ordini Equestri Pontifici, cioè gli Ordini cavallereschi conferiti direttamente dal Regnante Pontefice mediante Lettere Apostoliche; tali Ordini sono anche Ordini di Merito, poiché conferiti per premiare le benemerenze e i servigi resi alla Chiesa e alle opere cattoliche. Essi possono essere a cosiddetta “collazione diretta” (e lo sonol’Ordine Supremo del Cristo, l’Ordine della Milizia Aurata o dello Speron d’Oro, l’Ordine Piano, l’Ordine di San Gregorio Magno e l’Ordine di San Silvestro Papa) o di“subcollazione” (quali l’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme e l’Ordine di Santa Maria Teutonica detto semplicemente ‘Ordine Teutonico’), in quanto concessi per delegazione apostolica e quindi posti sotto la “protezione” della Santa Sede.
– Ordini Sovrani: l’unico di questa categoria è il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, detto di Rodi, detto di Malta, comunemente noto come Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM). La natura giuridica dell’Ordine Gerosolimitano consta di due soggetti: la Religione,  cioè la regola religiosa che è la norma di vita dei membri, e l’Ordine Cavalleresco ad essa collegata. Nello SMOM il Principe Gran Maestro, Capo della Religione e Capo Supremo dell’Ordine cavalleresco, unitamente al Sovrano Consiglio, appare come il soggetto titolare di tale sovranità. Ecco perché il Sovrano Militare Ordine di Malta è l’unico Ordine sovrano, soggetto di diritto internazionale che intrattiene rapporti diplomatici con oltre settanta Stati nazionali ed esercita pleno jure il diritto di legazia attivo e passivo anche presso gli organismi sovranazionali.
– Ordini Dinastici: sono quegli Ordini che appartengono al patrimonio araldico di una Dinastia Sovrana, la quale se regna configurerà gli Ordini come “dinastici statuali”; in caso contrario si parlerà di “Ordini Dinastici non nazionali”, in quanto la persona del Capo della Real Casa conserva la titolarità e l’esercizio dello jus collationis dei suoi Ordini Cavallereschi, ordinariamente approvati con Bolle Pontificie.
All’interno di questa categoria si considerano anche i cosiddetti Ordini familiari, vale a dire quegli Ordini che, pur appartenendo al patrimonio araldico di una Famiglia Reale sovrana o già sovrana, non furono mai messi a disposizione della Nazione.
 La Santa Sede si premura a puntualizzare che Essa, nella sua prudenza, oltre ai propri Ordini Equestri, riconosce e tutela soltanto il Sovrano Militare Ordine di Malta e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Risulterebbe pertanto non contemplato, ad esempio, l’Ordine Teutonico, che pure è un ordine di subcollazione ed una specialissima realtà cavalleresca che l’Annuario Pontificio annovera tra gli Ordini religiosi maschili, nella categoria dei canonici regolari, i cui membri sono divisi in Cavalieri d’Onore (che emettono la professione dei precetti evangelici della perfezione cristiana) ed in Familiari o Mariani (che ne costituiscono una sorta di Terz’Ordine). Tuttavia, il non essere elencato nella nota della Segreteria di Stato non priva di certo l’Ordine Teutonico del riconoscimento e della tutela da parte della Santa Sede.
Segnatamente per quanto attiene all’Italia, allo stesso modo devono essere considerati anche gli Ordini dinastici e familiari, quali l’Ordine Supremo della Ss.ma Annunziata e l’Ordine Ospedaliero dei SS. Maurizio e Lazzaro (Real Casa di Savoia), il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (l’unico superstite tra i sei Ordini patrimonio araldico della Real Casa di Borbone-Due Sicilie), il Sacro Militare Ordine di Santo Stefano Papa e Martire e l’Ordine del Merito di San Giuseppe di Toscana (patrimonio araldico della Reale e Imperiale Casa d’Asburgo-Lorena di Toscana).
A tali storiche e prestigiose istituzioni cavalleresche, nate e approvate dalla Santa Sede nel corso dei secoli quale segno di attenzione paterna del Sovrano Pontefice nei confronti dei Principi cristiani, la Sede Apostolica riconosce dignità ed autonomia giuridica e, segnatamente, canonica, essendo esse configurate tra le associazioni di fedeli di cui ai cann. 298-311 del Codice di Diritto Canonico, in combinato disposto con la mente del can. 114 che, riassumendo la tradizione canonistica in materia di enti tutelati e riconosciuti dall’Ordinamento canonico, enuncia come fini propri di un ente quelli propri della missione della Chiesa, cioè «le opere di pietà, di apostolato e carità, sia spirituali che temporali» 
Canonisticamente parlando, tali istituzioni cavalleresche dinastiche-familiari (e solo quelle sopra enumerate, perché le uniche superstiti) sono dunque delle Associazioni di fedeli (perché inquadrate dai cann. 298, §1 e 301, §3 CIC) di Diritto Pontificio (perché l’Autorità erigente o concedente il patrocinio fu la Sede Apostolica (cf. can. 312, §1, n.1 CIC)): queste due precisazioni sfatano pertanto ogni dubbio circa la possibile ricomprensione di detti Ordini Dinastici nella locuzione “tutti gli altri Ordini” del testo della nota.
Gli Ordini dinastici e familiari di Case Reali o Imperiali cattoliche sono configurati all’interno delle categorie giuridiche canoniche di “persone giuridiche ecclesiastiche”, anticamente dette anche “persone morali”, “enti giuridici”, “corpi morali”, “personae canonicae”, cioè quelle «universitas sive personarum sive rerum in finem missioni Ecclesiae congruentem, qui singuloroum finem trascendit, ordinatae» (can. 114).
Essi, dunque, non possono che godere della considerazione giuridica di quell’Ordinamento che ne detta le qualità, ma in quanto Ordini che rientrano nel patrimonio araldico di Case ex regnanti sarebbe stato ultroneo contemplarli nella nota della Segreteria di Stato, perché il riconoscimento ed il patrocinio della Santa Sede fu loro già accordato illo tempore.
Stessa riflessione, per analogia, si fa per l’Ordine Teutonico, che, come si è detto, pur essendo un Ordine cavalleresco è, a ragione dei suoi statuti, anche un Ordine religioso di canonici regolari.
Non è poi indifferente notare che la precisazione della Segreteria di Stato del 16 ottobre scorso, nell’enumerare gli unici due Ordini riconosciuti e tutelati dalla Santa Sede, segua le precedenze diplomatiche sancite dalla tradizione araldica per le quali, immediatamente dopo gli Ordini Equestri Pontifici (che precedono sempre tutti gli altri a ragione del Supremo collatore, titolare di ogni potestà diretta e indiretta perché Vicario di Cristo) vi è il Sovrano Militare Ordine di Malta (a ragione della sua sovranità e indipendenza) e, a seguire, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (perché Ordine di subcollazione pontificia e dunque semi-indipendente, che pur gode di protezione della Sede Apostolica e di personalità giuridica canonica secondo i principi sopra enunciati).
Sembrerebbero bizantinismi quelli appena riferiti, eppure il fine della nota è contenuto nell’ultimo paragrafo dove si dice espressamente che «Ad evitare equivoci purtroppo possibili, anche a causa del rilascio illecito di documenti e dell’uso indebito di luoghi sacri, e ad impedire la continuazione di abusi che poi risultano a danno di molte persone in buona fede, la Santa Sede conferma di non attribuire alcun valore ai diplomi cavallereschi e alle relative insegne che siano rilasciati dai sodalizi non riconosciuti e di non ritenere appropriato l’uso delle Chiese e cappelle per le cosiddette “cerimonie di investitura”».
Si tratta, pertanto, di una finalità morale e di ordine pubblico ecclesiastico che la Segreteria di Stato, nella sua attenta vigilanza, ha voluto trasmettere alla sollecitudine dei Pastori e dei fedeli, al fine di evitare frodi e illeciti.
Particolarmente significativo è l’invito a non concedere l’uso di chiese o cappelle per le cerimonie di tali sedicenti ordini, cosa che accade con una certa frequenza attesa la buonafede e l’incompetenza in materia da parte di parroci e rettori, che spesso addirittura vengono persino coinvolti in cerimonie pittoresche ed insigniti essi stessi quali membri.
Parallelo a questo invito, vi è senz’altro ricompreso nell’espressione «riconosce e tutela» un incoraggiamento ai Pastori a promuovere e favorire le iniziative e le attività benefiche e caritatevoli degli Ordini riconosciuti, ed è certo che nel verbo «tutela» vada anche letto un invito ad essere ben disposti verso tali realtà laicali, concedendo – se già non ne dispongano – luoghi e mezzi per esercitare il loro specifico carisma, assegnando pertanto loro l’uso di cappelle o rettorie, procurando che possano godere di degna assistenza spirituale attraverso il ministero costante di un sacerdote, rendendoli partecipi della vita pubblica della Chiesa particolare invitandoli a partecipare alle celebrazioni di maggior rilievo a testimonianza del servizio profuso e magari usufruendo delle peculiarità che alcuni di essi possono offrire (si pensi, ad esempio, al Corpo di Soccorso dell’Ordine di Malta o ai suoi ambulatori e servizi ospedalieri in genere).
Così facendo diventerà chiaro ed evidente che quel “riconoscimento” e quella “tutela” cui si riferisce la Segreteria di Stato sono elementi tangibili della sollecitudine della Chiesa, che di molti carismi si compone.
Sarebbe auspicabile che la nota venga recepita e applicata in ogni Diocesi con cura e attenzione, evitando di cadere nelle reti di millantatori di cui le tristi pagine delle frodi sono gravide, a causa della sollecitazione di quel pur naturale senso di riscatto sociale ma anche di vuota vanità che non smette mai di sedurre le coscienze.
I valori della cavalleria cristiana sono di ben altro livello e di ben altro tenore, e superano di gran lunga gli orli di mantelli colorati, decorazioni fiammanti, spade e cerimonie da sapore medievale: l’animo del cavaliere cristiano, che aderisce al carisma di un vero Ordine Equestre, è il senso della fede e della carità operosa, non chiassosa ed efficace verso gli ultimi e i bisognosi, affetti tanto da povertà materiali quanto da povertà spirituali.  
La nota della Segreteria di Stato porti luce sulla questione degli ordini cavallereschi e faccia comprendere che non sono fenomeni da sottovalutare o da ritenere come rappresentazioni più o meno pittoresche, ma sono realtà da tenere in degna considerazione e monitorare anche per un corretto esercizio della pastorale dei laici.

Il Governo di Aristocrazia Europea



Comitato d’Onore:

Monsignor Luigi Anfosso
Generale di Brigata Carmine Bennato
Maestro Spartaco Bertoletti
Conte Ottavio Bevilacqua di Bevilacqua e Minerbe
Conte On. Lodovico Boetti Villanis Audifredi
Ambasciatore Giacomo Scipione Caneva di Lisert
Barone Giuseppe Carfi di Serra Rovetto Boscopiano
Monsignor Luigi Casolini di Sersale 
Barone Ivan Drogo Inglese di S.Giacomo del Pantano
Marchese Stefano Durazzo
Conte Rudolphus Egon dei Principi von Furstenberg
Principe Vladimir Gorshkov Cantacuzene
N.H. Conte Bruno Henning Castellani di Malo
Conte Prof. Giuseppe Manzoni di Chiosca e Poggiolo
Gentiluomo Giancarlo Maresca
Marchese Prof. Giuseppe Parodi Domenichi
Conte Alessandro Romei Longhena
Principe Sforza Ruspoli di Cerveteri
Monsignor Josè-Apeles Santolaria de Puelles y Cruells
Conte Prof. Sergio Luigi Sergiacomi de Aicardi y Borja
Barone On. Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse

Soci Onorari (non europei):

Principe David Castro Ali Kalheleka delle Hawaii
Principe Kevin Nyerere del Tanganika
Principe Thierry Jean Baptiste Souloque di Haiti e Tortuga
Donna Lulu Tong Li, Mandarina Manciu

Comitato Dame:

Giada Arioli
Magda Besozzi Valentini di Besozzo
Simonetta Ciano di Cortellazzo
Beatrice Del Balzo di Presenzano
Beatrice Feo Filangeri di Cutò
Ellera Ferrante di Ruffana
Barbara Ferrari Ardicini
Lali Burduli Barbaccia Viscardi
Emanuela Ganassini di Camerati
Veronica Jonghi Lavarini
Francesca Lovatelli Colombo Caetani
Elena Manzoni di Chiosca e Poggiolo
Maria Chiara Marmini Veronelli
Katia Melzi d’Eril
Giulia Panvini Rosati
Lali Panchulidze
Emanuela Romei Longhena
Giacinta Ruspoli di Cerveteri
Camilla Salvidio
Helena Sanfeliù Gartheis von Plessen
Stefania Savoldi Bellavitis

Consiglio di Reggenza:

Ezra Annibale Foscari Widmann Rezzonico (presidente pro tempore)
Onelio Onofrio Francioso di Arronches (vice presidente pro tempore)
Roberto Jonghi Lavarini (vice presidente pro tempore)
Enzo Grande (segretario generale)
Enrico Gallo (segretario amministrativo)
Diego Martino Zoia (consulta araldica)
Giada Arioli e Giacinta Ruspoli (comitato dame)
Francesco Ugolini Pentini Rossini (delegato Roma e Italia Centrale)
Tommaso Romano (delegato Sicilia e Italia Meridionale)
Franco Torriglia Sbraccia (delegato Liguria, Monaco e Costa Azzurra)
Massimiliano Pulvano Guelfi (delegato Malta e Mediterraneo)
Giacomo Scipione Caneva (delegato San Marino e Serbia)